In uno dei tanti libri di crescita personale che ho letto, ho trovato questo brano.
È una poesia tratta da “Antologia di Spoon Rivers” di Edgar Lee Masters. Sono le parole scolpite sulla lapide di George Gray, un uomo che nella vita non aveva mai osato “uscire dal porto sicuro”, preferendo un’esistenza tranquilla ma, di fatto, profondamente piatta.
George Gray, dall’aldilà, osserva la sua lapide e racconta il suo pentimento: non siamo fatti per stare fermi, con le navi nel porto. Il mare aperto ci chiama e non dobbiamo né possiamo ignorarlo.
È un invito ad agire e a darsi una mossa, anziché restare immobili a guardare la vita che passa, bloccati dalla paura.
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“Ho osservato tante volte
il marmo che mi hanno scolpito: una nave alla fonda con la vela ammainata.
In realtà non rappresenta il mio approdo ma la mia vita.
Perché l'amore mi fu offerto ma fuggii le sue lusinghe; il dolore bussò alla mia porta ma ebbi paura; l'ambizione mi chiamò, ma paventai i rischi.
Eppure bramavo sempre di dare un senso alla vita.
Ora so che bisogna alzare le vele e farsi portare dai venti della sorte dovunque spingano la nave.
Dare un senso alla vita può sfociare in follia ma una vita senza senso è la tortura
dell'inquietudine e del vago desiderio:
è una nave che desidera il mare ardentemente ma ha paura”.
(Edgar Lee Masters, "Antologia di Spoon River", "George Gray")
✨✨✨
bello
ottimo brano 👍👍👍👍👍
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